Lettera a Mathilda [March, 22] di Carlo Anibaldi


Gentile Mathilda, ora finalmente, dopo due settimane che non viene al mio studio, ho certezza che si è offesa per l’accaduto. Purtroppo ho anche certezza di non essere creduto se le dico in tutta sincerità che non mi sono preso licenze di sorta, ma che quando le ho gridato “Avanti” ero talmente assorto nei miei pensieri da non rendermi conto che ero completamente nudo sul divanetto dello studio, come mio costume nelle giornate calde. Mi rendo conto che il suo mondo non concepisce un bottone slacciato nemmeno sul lungolago qui di fronte, ma la prego di considerare gli infiniti mondi, fra cui il mio, che non sopporta stoffe impregnate di sudore, considerandole, queste sì, al di là della decenza. Comunque sia ero sovrappensiero e mi dolgo infinitamente dell’accaduto. Spero decida di tornare presto al mio studio e ai nostri appuntamenti…che il lavoro intrapreso sulle rimozioni infantili era davvero a buon punto e non sia mai dovessimo interromperlo per questo insignificante incidente.

Suo devotissimo Sigmund

Comments

  1. divertentissimo…fuori di testa! 🙂

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