CENTURION, ovvero qualche parola circa la cosiddetta “Invidia Sociale”


di Carlo Anibaldi2021

Un milionario apre una pizzeria in una strada alla moda a Roma e ci spiega la sua idea innovativa, vale a dire la sostanza è niente rispetto alla forma e che dunque curando “l’intorno” si può far pagare una pizza e birretta come fosse ostriche e champagne. I grandi quotidiani lo intervistano come avesse inventato la lampadina, ma in realtà l’industria del lusso esisteva già prima della sua nascita, con regole molto precise e codificate. Nulla di nuovo in realtà dunque, ma di grande impressione per larghi strati di semianalfabeti. Vediamolo da vicino il mondo che ci viene fatto credere come innovativo e per cui fioriscono interviste quasi quotidiane.

L’indice SALLI (Stonehage Affluent Luxury Living Index), cioè l’indice ISTAT degli straricchi, il “paniere” dei paperoni, segnala addirittura una controtendenza rispetto ai prezzi al consumo di noi comuni cittadini che lamentiamo aumenti di prezzi e tariffe. Vale a dire che in questi tempi di ‘crisi’ i generi considerati dal paniere SALLI scendono e diventano a ‘buon mercato’. Grazie alla costante diminuzione del costo della mano d’opera, è infatti ora possibile acquistare una camicia in cotone egiziano Turnbull & Asser per sole 315 sterline, o un profumo alla fragranza di gelsomino “X”, prodotta da Clive Christian a soli 600 euro a bottiglietta, salvo dover spendere 1900 euro per la confezione regalo in cristallo baccarat ornata da un piccolo brillante vero. Conveniente anche lo smalto per unghie Black Diamond, realizzato con 276 scagliette di diamante che finalmente si può trovare anche a 250mila dollari a flacone. E che dire degli orsacchiotti di peluche marca Hamleys praticamente regalati a sole 160 sterline?
Il capitolo vacanze di quell’1% di abitanti del mondo di cui stiamo facendo i conti in tasca è in buona tendenza a farsi economico. Scendono infatti i prezzi degli 8-10 alberghi a loro riservati nelle più importanti capitali mondiali, dove con prezzi dai 2000 ai 5000 dollari per notte il relax per i fine settimana è assicurato.
.Questo 1% di esseri umani ha il palato assai raffinato e non mangia per nutrirsi, che è cosa da mensa delle ferrovie, non danno importanza al cibo e lo usano per svago, per lo più in piatti molto grandi dove le pietanze occupano il 10% della superficie. I poveri ingrassano a botte di pizza al taglio e big burgher, ma loro hanno ben altri svaghi e allora godono di una linea perfetta e salutare, magari deliziandosi con poche cucchiaiate del famoso risotto milanese con sfoglia d’oro che un rinomato chef scodella a prezzi da gioielleria, visto l’uso di vera polvere d’oro in formulazione commestibile e brevettata…non sia mai gli rubano l’idea.

Contrariamente a quanto i benpensanti credono, coloro che invidiano questi signori dell’Olimpo non sono certo gli operai, gli insegnanti, i professionisti o gli artigiani e nemmeno i pensionati, ma quel milione e 200 mila ricchi sfondati che in Italia si sentono proletari per avere solo 5-8-10 milioni di euro di patrimonio e dunque col cavolo che gli danno la Centurion Black Amex con cui pendere una Ferrari con una strisciata. La corsa si fa allora sfrenata e senza regole, l’invidia causa malattie e tristezze infinite. Pur di mettere un piede nell’Olimpo dei ricchi veri questi sfigati colpiti dalla malasorte sono pronti a tutto: a fare contratti capestro ai loro operai, a delocalizzare in Bangladesh, a licenziare le donne incinta, a sparare cannonate sui barconi dei negri e soprattutto a vendersi l’anima.

Sono 30 anni che ci scassano le balle con la storia dell’ “invidia sociale” su ogni rivendicazione, ma si tratta di gente che non ha studiato niente di cui parla, ha solo tante “opinioni”. L’invidia NON è interclassista, ma insiste nella stessa classe. Il povero non invidia il ricco sfondato, il povero invidia il vicino col balcone, il condomino con l’attico, il collega con 100 euro di stipendio superiore. Esattamente come il ricco invidia chi è più ricco di lui e possiede una carta di credito senza limite di spesa.
La cosiddetta “invidia sociale” è una invenzione recente del liberismo, l’evoluzione carogna del capitalismo, ma c’è una vasta letteratura addirittura secolare che spiega che si tratta invece di “giustizia sociale”. Un anelito sacrosanto fin dalla rivoluzione francese. Siamo in piena Restaurazione, con un ritardo storico di due secoli esatti.
Si tratta di un fenomeno sociale tendente dunque alla restaurazione. Tanto è vero che i giornali non dicono dello sciopero generale del 16 dicembre scorso, ma dell’apertura di una pizzeria extralusso a Roma.
Chi ha un negozietto in centro, non odia Zara, ma la bancarella all’angolo. Sulla guerra fra poveri si fondano le grandi ricchezze, tutte.

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