ENTUSIASTI DI CHE?


  Premesso che i significati annessi alle parole ‘governo’ ‘stato’ ‘nazione’ ‘patria’ ‘chiesa’ ‘politica’ ‘crescita’’democrazia’ fanno a pugni con altri significati, annessi alle parole ‘solidarismo’ ‘giustizia sociale’ ‘libertà’ ‘laicità’ ‘organizzazione’ ‘decrescita’, sfido a dimostrare che le prime abbiano portato più felicità delle seconde. Premessa questo, dicevo, tocca considerare cosa è un ‘governo tecnico’, che in queste ore entusiasma moltitudini che hanno una mente aderente a quella di Casini pur senza averne le opportunità e mai le avranno nel corso della loro vita, per lo più. Quello che entusiasma è la piazza pulita che s’è fatta di una classe dirigente cialtrona, e poi c’è l’idea di ‘efficentismo’ che inebria menti forse poco abituate a riflettere. Due cose dovrebbero venire spontanee, per cominciare. La classe dirigente cialtrona era la fotografia ed espressione della maggioranza del Paese che va a votare e, dunque, non s’è fatta piazza pulita di nulla, solo una pausa per consentire ad altri di tirar fuori le castagne dal fuoco. Inoltre, l’idea di ‘efficentismo’ è tanto cara agli italiani per il semplice motivo che è cosa lontana dai sommi poeti, fantastici inventori ed intrepidi navigatori quali siamo e dunque sempreverde come aspirazione, una specie di ‘psicoesterofilia’, un ‘fuori di sè’ innato. Ho sentito con le mie orecchie persone neanche idiote tout court che si ponevano la questione di dare a Monti poteri sovrani, oltre il Parlamento, in modo che potesse lavorare con maggior ‘efficienza’. I governi tecnici sono a mio avviso la peggiore espressione del già incredibile concetto di ‘governo’. Confondiamo infatti i cattivi ‘governanti’, quelli cui siamo avvezzi, con mire personali e narcisistiche, con coloro che, pur all’interno di un millenario e dunque obsoleto concetto di Istituzione e Stato, interpretano la politica come servizio, magari con idee contrapposte alle nostre, ma onesti intellettualmente; per quanto cosa rara, è possibile. Accade invece che il tecnico di settore che sia ministro di quel settore ritenga il suo settore più importante degli altri, coerentemente con le scelte di vita, oltre al fatto che il tecnico, che persegue per definizione l’efficienza, prescinde dall’interesse dei singoli, che sono letteralmente nulla in paragone al progetto. Questi sono i tecnici, primi della classe costi quel che costi. Ed è questa la ragione per la quale nessun ordinamento mondiale prevede che siano le competenze tecniche quelle che diano esclusivo diritto a candidarsi a queste cariche pubbliche. Un militare in carriera come ministro della difesa, un medico come ministro della sanità, un banchiere all’economia, un avvocato alla giustizia e così via…e la gente? Io, voi e quei poveracci la fuori? Siamo certi che l’efficienza sia il solo criterio che possa farci ‘felici’? Molto spesso la libertà è, ad esempio, un concetto che fa a pugni con l’efficienza, la solidarietà pure, la pace pure, l’uguaglianza pure. Se lo sono domandato questo i milioni di entusiasti dei tecnici finalmente al potere? Certo che ci tireranno fuori dalla crisi…lo faranno a modo loro e non ci piacerà, non fosse altro che per il fatto che la crisi è di sistema e il sistema non cambia, si assesta su posizioni più ‘sicure’. Con la minaccia del default del ‘loro’ sistema taglieranno cento auto blu contro 1000 operai, vale a dire, taglieranno qualche privilegio odioso per poterci sfilare anche gli spiccioli dai pantaloni. Siamo funzionali al sistema quanto le scimmie al circo. Lo sappiano gli entusiasti bipartisan dell’ultim’ora.

[Carlo Anibaldi – Novembre 2011]

ANARCHISMO OGGI – Jaramillo – Anibaldi Collection – YouTube


Anarchismo non è sinonimo di ‘famo come ce pare’, questo è lo stravolgimento di un’idea, oltre che di un termine. Il pensiero anarchico è sintetizzabile nella bella idea che vuole che ognuno sia così partecipe del bene comune da potersi governare da solo senza pregiudicare l’altro. Nulla a che vedere con il comunismo o la democrazia rappresentativa, cui è sottesa l’idea che le masse siano incapaci di evolvere e dunque bisognose di essere ‘governate’, per lo più da persone bramose di potere e ricchezza personale.Il terzo millennio è iniziato con una crisi profonda dei modelli e quasi sempre ciò è avvenuto perchè le idee, alla fine, camminano sulle gambe dei peggiori. Lo diceva già Lenin un secolo fà. Dunque non le idee mancano, ma uomini giusti che vogliano occuparsi di politica, intesa come cura della cosa pubblica. E’ un ossimoro, mi rendo conto, del genere ‘mi sento vivo da morire’. Infatti gli uomini ‘giusti’ generalmente stanno alla larga dalla politica, che è l’arte del compromesso e talvolta della sopraffazione. Gli ideali anarchici sono utopici, ne convengo, ma non più di quelli della democrazia e del comunismo o del capitalismo. Alla base di tutto questo discorso c’è l’uomo e le sue possibilità evolutive. Dunque dobbiamo dare per scontato che le possibilità ci sono, perchè ci sono sempre state e ci hanno condotto fuori dalla barbarie e dalla legge della jungla. Sappiamo anche che la barbarie arde sotto la cenere ed è pronta a riprendere vigore ogni volta che gli uomini ‘giusti’ mollano.Dunque non si tratta di ripulire il mondo dai furbi, dagli ignoranti, dagli egoisti e dai sopraffattori (questa è davvero utopia, poichè i percorsi di crescita sono individuali, c’è chi evolve in un anno e chi non gli basta una vita intera), ma di far sentire queste persone come si sente un fumatore in un parco di Santa Monica: un didadattato, una persona fuori dal tempo, antica. In questa società occidentale i ‘disadattati’ sono invece al potere e radicano nelle menti deboli questi ideali da par loro e gli uomini ‘giusti’ si nascondono nel privato, poichè le minoranze sono perseguitate fino a che il mondo sta in mano ai cosiddetti ‘governanti’. Ecco, spostare questi equilibri, capovolgere il sentire comune è il mestiere dell’Utopia.Dal mio punto di vista è sbagliato perfino il concetto di ‘maggioranza’, alla base della democrazia. Un esempio paradossale per spiegarmi meglio. Secondo il principio di maggioranza gli handicappati dovrebbero strisciare su e giù per le scale e invece ha vinto il principio di minoranza, non puoi più costruire case e uffici con barriere architettoniche perchè non è vero che la maggioranza rappresenta sempre il meglio per tutti.I movimenti anarchici hanno frange che usano violenza, ritenuta commisurata alla violenza subita, perlopiù diretta alle cose e non alle persone, allo scopo di richiamare l’attenzione dei media. Su questo punto si può discutere all’infinito, ma alla fine non ne risulta sminuito il principio base: chi intende ‘governarci’, inevitabilmente ci pensa e ci tratta come bestiame, altrimenti non avrebbe scelto di guadagnarsi da vivere ‘governando’ i propri simili. Questo è uno dei principi da abbattere, filosoficamente parlando, come fu abbattuto quello della schiavitù, della segregazione razziale e del lavoro minorile per dar posto al diritto all’istruzione, al lavoro e al suffragio universale. Tutto ciò è costato lacrime e sangue lungo centinaia di anni, in quanto non accade mai che si salga da qualche parte prendendo strade in discesa. Ditelo forte ai milioni di cattocomunisti che asfissiano e incatenano, da destra e da sinistra, se così si può dire, questo Paese. La ‘globalizzazione’ non è, come i media tentano di farci credere, un fenomeno ineluttabile, ma il tentativo di riunire il potere in pochissime mani. Questa oligarchia, economica, finanziaria e politica, si propone di governare il mondo più di quanto stia già facendo. Tutti i movimenti e i partiti, ad esclusione di quello anarchico, portano acqua a quel mulino. Il futuro penso che sia nel pensiero anarchico, poichè sempre più persone non intendono vivere la propria vita all’interno di un gioco di ruolo, dove tutto è previsto, indirizzato, manipolato, finto. Cito il pensiero anarchico poiché è una delle poche forme mentis che ci slegano dal forte bisogno di essere servi o padroni o entrambi e dunque non liberi di considerare la nostra unicità e, alla fine, solitudine nell’universo.

Anarchia è sinonimo di Utopia esattamente come lo era la Democrazia al tempo di Cesare. Dunque nessuna utopia, ma un’alternativa, una possibilità. Il fatto che tale alternativa necessiti di una rivoluzione sociale è vero, ma non più di quanto furono necessari altri stravolgimenti sociali per l’affermarsi del capitalismo, del fascismo e del nazionalsocialismo. L’idea che gli anarchici siano dei comunisti rivoluzionari non è esatta, ma si è radicata per via del fatto che ovunque ci sia stato da menar le mani per abbattere il potere costituito, gli anarchici c’erano e sempre in prima fila. A cominciare dalla Rivoluzione russa, ma anche prima. In verità, gli anarchici semplicemente sanno che senza rivoluzione sociale qualunque cosa si faccia è un piacere allo statu quo, e allora si sono trovati spesso al fianco di movimenti rivoluzionari comunisti. Gli anarchici non fanno una questione di potere buono e potere cattivo, dunque non possono essere comunisti e statalisti. L’anarchia è anche altro… un modo di essere, una mentalità, un modo di vivere, un concetto e una visione differente della vita. E’ autonomia, rispetto, solidarietà, universalità, tolleranza, insomma… se la conosci t’innammori e dopo non potrai essere altro.

In vista e nella speranza di un sovvertimento sociale, gli anarchici sanno che opposte fazioni si contenderanno il potere. Per questa ragione la loro azione ‘prerivoluzionaria’ è rivolta a promuovere il rifiuto di ogni forma di potere dell’uomo sull’uomo, a convincere insomma le masse che non esiste la necessità di essere servi o padroni, poichè questo assunto è solo un’invenzione di menti astute e antiche come il mondo, non una legge di natura.

[Carlo Anibaldi alias Carlos – Maggio 2011]

Bologna – Unicredit murata, #rimontiamo con le lotte! | Italy IMC – Independent media center


Bologna – Unicredit murata, #rimontiamo con le lotte! | Italy IMC – Independent media center.

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