
Nel ringraziarla per la sua lettera, mi urge chiarire quanto segue. Pur convinto che il suo mestiere sia un’arte, ho colto nelle sue parole di cordoglio per la perdita della madre mia, un eccesso colposo di ipocrisia che va al di là del suo ufficio o arte funeraria che dir si voglia della sua opera. Lei sa bene quanto me di quale donna stiamo parlando, che della Vittoria aveva solo il nome, ma insensibile, beffarda e spendacciona e di come la sua dipartita mi lasci oppresso più dalla di lei situazione debitoria che per altro insignificante sentimento luttuoso, che lei sa quanto sia lontano dal mio sentire di questi giorni. Dunque fra sepoltura e cremazione scelga senza esitare la via meno onerosa. Lo stesso valga per gli altri orpelli ed arredi funebri e dunque non mi importuni oltre con inesistenti opzioni in proposito. Mi è giunta voce che ieri mia sorella Alice è stata da lei convocata nel suo ufficio di Withechapel, dunque sono costretto a parlarle in modo franco ed inequivocabile: si adoperi e faccia buon uso della sua arte allo scopo di far scomparire il cadavere con le sole 100 sterline che accludo a questa mia. Potrà tenere per se gli oggetti personali di cui non chiedo restituzione, salvo i gioielli, che avrà cura di mettere al più presto a mia disposizione.
Con la speranza di non dover tornare sull’argomento, distinti saluti, Prince Edward