Il solo junghiano è Jung, ma… (di Carlo Anibaldi)


IMG_20150611_164341Il solo junghiano è Jung, come lui stesso ci ricorda. Chiarito questo, come professionisti o ricercatori, o come semplici esseri umani in cammino, molti di noi condividono con lui la Weltanschauung, quella speciale visione del mondo che dà un senso alla vita terrena, senza sprecarla. Personalmente credo che la vita terrena sia ben spesa se prepara alla morte del corpo come passaggio. Diversamente, se il trapasso, e anzi l’idea stessa del trapasso, chiude l’orizzonte, allora tutto è vano per gli esseri umani. Una lucertola, un gufo o un cane, può dire “mi mangio tutto quello che c’è in tavola, ne godo e poi amen”, ma a noi il cervello critico e non solo istintuale ci è stato dato, in senso evolutivo, per andare oltre la dualità vita/non vita, questione prettamente legata all’invecchiamento delle cellule e morte dei sistemi. Forse considerando NON i miliardi di corpi che si sono avvicendati e si avvicendano sul pianeta, ma UN unico essere, costituito da quello che questi miliardi di corpi hanno creato e immaginato, allora ecco che abbiamo raggiunto l’immortalità. Smettendo di pensarci unici, originali ed irripetibili come lo è in effetti il nostro corpo, non moriremo con lui…e saremo parte dell’Anima Mundi da subito dopo che lo abbiamo compreso e per sempre….e questo è un modo di vivere, non di vedere.

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