IRLANDA SI E ITALIA NI. UNA DIVERSA STORIA MILLENARIA (di Carlo Anibaldi)


Il risultato del recente referendum irlandese sui matrimoni fra omosessuali ha suscitato commenti a non finire, poichè da un paese col 90% di cattolici davvero ci si attendeva altro. Ma guardando alla storia d’Irlanda lo stupore svanisce e si dà conto della peculiarità del cattolicesimo irlandese e delle sue origini. celtic_cross_by_cacaiotavares-d64bj0sFra l’800 ed il 300 a.C. i Celti, vale a dire popolazioni per lo più slave e sassoni, si stabilirono nella terra d’Irlanda e qui rimasero incontrastati per mille anni, dando quelle fondamenta linguistiche, mitologiche e culturali che sopravvivono ancora oggi. Vennero poi le invasioni vichinghe e quelle normanne, ma l’impronta era data e dopo i Celti solo i commerci e l’architettura furono tributari di influenze altre. Il senso religioso delle popolazioni celtiche era orientato al culto degli animali e della natura in generale, con tinte esoteriche e mitologiche. L’Irlanda fu la sola terra in Europa a non subire l’invasione romana e quando giunse il cristianesimo, coi suoi monaci e monasteri, abbazzie e quant’altro, non vi fu alcuna resistenza, nulla da ‘convertire’. Nell’alto Medio Evo l’Irlanda era la terra del cristianesimo ‘puro’, dove i ricchi d’Europa e la chiesa di Roma stessa, mandavano i loro figli ed i loro monaci ad apprendere quel cristianesimo che assimilava le culture dei luoghi, senza distruggere, plagiare o sostiture gli antichi simboli religiosi con i propri. Non venne insomma un esercito armato di croci e crociati, di bombarde e di spade in queste terre, ma studiosi e religiosi aperti a mescolarsi alla cultura locale senza stravolgerla. Questa peculiarità, che gli storici attribuiscono, come si diceva più sopra, al non essere questa terra mai stata invasa e concupita dall’esercito romano, ha dato origine ad un’altra peculiarità, almeno per l’Europa…vale a dire l’identificazione del credo religioso con la terra, la Patria, da opporre ai violenti espropri culturali e religiosi operati dagli inglesi. Il cattolico qua è il patriota che combatte per la sua identità, il cattolico si oppone al protestante, vale a dire agli inglesi, che subdolamente stavano sostituendo il credo anglicano alla tradizione cattolica. Essere irlandese ed essere cattolico era un tutt’uno con l’essere esercito (IRA) di liberazione. Guardando a questi aspetti storici e culturali vediamo bene che il cattolico irlandese non si sente succube della chiesa di Roma, per quanto ne segua i dettami e ne rispetti i pontefici….l’irlandese infatti si considera “il Cattolico”, non dimentico che nei secoli passati là ci venivano da Roma per “studiare” da cardinali e monaci. Nella questione dei matrimoni gay il popolo irlandese ha risposto da ‘celtico’, nonostante l’influenza della chiesa sia connaturata con le istituzioni forse più che in Italia. E allora, chiunque abbia la libertà intellettuale di vedere le cose come sono in natura, senza influenze dogmatiche e dottrinali, lo sa bene che l’omosessualità non è “malattia”, “porcheria” e cosa “contro natura” ma un comportamento presente in ogni specie animale, che anzi come ogni comportamento sociale è influenzato dalle epoche. Alcune epoche nelle comunità animali sono maggiormente dedite a pratiche omosessuali ed altre epoche o locazioni lo sono meno…magari per un semplice meccanismo di controllo delle nascite che non minaccia la specie, come alcuni dicono, ma al contrario la protegge. Comportamenti dunque, solo comportamenti, non certo difetto o deviazione. Alcuni sostengono che ragioni commerciali, inerenti il sicuro incremento del turimo, abbiano spinto gli irlandesi a tanta apertura, in considerazione del fatto incongruente che in quello stesso paese l’aborto non è consentito nemmeno nei casi di stupro. (Carlo Anibaldi – 2015)

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