Arte, Cultura e Bellezza sono moti spontanei dell’animo?


La Cultura, le Arti, il culto delle Bellezza, sono questioni insite nella natura dell’Uomo, al pari della religiosità e l’affettività? Sì, sono moti dell’anima, ma si tratta anche e forse soprattutto di una trovata per equilibrare gli squilibri sociali. Una necessità insomma, determinata dall’ordinamento sociale e di classe? Beh, sembra che abbiamo idee romantiche in proposito, ma la realtà appare più cruda. Le società gerarchiche quali quella occidentale soprattutto, si sono trovate a contrastare le afflizioni narcisistiche di quegli strati sociali sempre più importanti e imponenti che però non avevano il potere, vale a dire commercianti e borghesi, professionisti, scienziati e artigiani. In epoca antecedente la prima e poi la seconda Rivoluzione Industriale, il problema non si poneva, c’erano i nobili e gli straricchi che detenevano sia il potere che il gusto del bello, attraverso il mecenatismo ed il vero acquisto di talenti artistici e non solo che producevano Arte e Cultura per loro esclusivo diletto. Il popolo era troppo affamato ed attento a conservare almeno la vita, per occuparsi di ciò, poichè le esigenze primarie cancellano tutte le altre. Ma dopo le rivoluzioni industriali, con l’enorme e mai vista produzione di merci e servizi, si venne a creare un ampio strato sociale, senza potere, senza cultura, ma con disponibilità economiche e relativo benessere. Questo causava ovviamente umiliazioni e gravi offese al narcisismo, che non risparmia nessuno, fra coloro che abbiano superato i problemi di sopravvivenza. Trattandosi di società dove vige da sempre la legge della dominanza, i privilegi di pochi erano in pericolo, per la prima volta nella Storia. Ecco allora fiorire dovunque in Europa il gusto per il bello, per l’arte, per la cultura e per il sapere. Ma a ben guardare, nulla è sfuggito dalle mani ai potenti, poichè la professionalità e le capacità commerciali mai sono state sacrificate in nome di Arte e Cultura e non a caso. I commercianti, la borghesia, i ricchi prestatori d’opera e servizi, non soffrivano più di dolorosi complessi nei confronto dei dominanti, poichè l’accesso alla cultura e alla bellezza finalmente li appaga e non raramente il borghese acculturato si sente superiore ai potenti nelle stanze dei bottoni. 
Questa chiacchierata per dire, ancora una volta, che solo la fame arma la mano. Non s’è mai visto imbracciare un forcone…o una molotov, a chi non si senta deufradato di cultura e bellezza. Stiamo parlando di un controllo sociale collaudato con successo in mezza Europa fino a tutta l’epoca vittoriana…e anche oltre oceano già dai primi anni del Novecento. Le dittature hanno sempre cercato di riportare Cultura e bellezza alle classi gerarchicamente dominanti, ma questa è un’altra storia. (Carlo Anibaldi – 2016)
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