Qualche anno fa, sfogliando un vecchio album di fotografie ingiallite che si trova da sempre a casa dei miei genitori, mi soffermai sulle espressioni dei volti delle persone cui era stato colto quell’attimo delle loro vite.
Alcuni erano volti conosciuti, altri no, e per la maggior parte, credo, erano raffigurate persone oramai non più tra noi vivi.
Guardare quei filmati dell’inizio del secolo scorso o delle vecchie fotografie mi ha sempre affascinato, e una delle ragioni di questo interesse l’ho compresa quel giorno, davanti a quell’album.
Nel guardare quei visi cercavo di carpirne il loro grande segreto: sapevano che la loro ora più bella era oramai alle loro spalle o pensavano di doverla ancora vivere?
Ero insomma quasi ossessionato da questo impalpabile sbarramento che divideva drammaticamente in due la vita di tutti : ed eccomi, di volta in volta, cogliere negli occhi della gente quel sottile velo di rassegnazione che l’accompagnerà per il resto della vita.
Vite oramai segnate dall’aver riconosciuto, in un fugace attimo di un brutto giorno, l’ora più bella passare ed allontanarsi alle loro spalle.
Altre volte vedevo chiaramente espressa nei volti la baldanza della gioventù e negli occhi la certezza di andare incontro all’ora più bella : perché tanta fretta, mi dicevo con leopardiana preoccupazione.
Questo modo di vedere non mi dava pace perché la migliore delle ipotesi, in questo teorema, era costituita da una specie di stoltezza che impedisse di riconoscere, nell’arco della propria vita, che ora fosse.
Un bel giorno, finalmente, fui preso a braccetto, da una persona molto, molto anziana, che vive dentro di me da molto, molto prima di me, un vecchio saggio, direi, che talvolta mi viene a trovare e, purtroppo, spesso si allontana.
Con fare molto semplice, allorchè gli spiegai il mio problema, mi disse : “ L’ora più bella è adesso, mai come adesso ! ”
E’ proprio vero che talvolta la soluzione di un problema è talmente a portata di mano da non poterci credere, e allora si cerca lontano, lontano, lontano, fino a perder la strada del ritorno ….a se stessi, alle proprie immense possibilità di gestire un qui ed ora che è grande una vita intera e anche di più !
Da allora sono più rilassato quando guardo le vecchie fotografie, che pur continuano ad affascinarmi….
Per aiutarmi, nella vita di tutti i giorni, a rafforzare questa importante presa di coscienza , mi aiuta un aforisma Zen che narra di un discepolo che si presenta al Maestro con il seguente grande problema : “ Maestro, da molti anni seguo i Tuoi insegnamenti, ho cercato in ogni modo di mettere i miei passi sui Tuoi passi, della Tua saggezza ho fatto la mia religione… ma ora sono confuso, indicami la Via che ho di fronte, guida i miei passi nel mondo ……”.
Il Maestro guardò le mani del discepolo che stringevano una ciotola e disse :
Hai finito il tuo riso. Dunque lava la tua ciotola.”
Questo semplice racconto contiene un potente richiamo a ciò che possiamo, credo, definire la summa di tutte le filosofie e dottrine : la vita di noi tutti e fatta del qui ed ora, lo sanno bene i bambini e molte persone anziane, ma nel corso dell’esistenza siamo per lo più proiettati in avanti dalle aspettative o ricacciati indietro dalle difficoltà di affermazione dell’Io, e, per lo più, ci capita di assaporare fugacemente il gusto della vita intanto che siamo indaffarati a fare qualcos’altro.
Non dovremmo insomma lasciare che gli affanni della prima parte della vita (affermazione dell’Io, conquista della posizione sociale, instabilità affettiva, coazioni infantili) ci prendano la vita intera, svuotandola di significati, che certo sono tutti nel qui ed ora, non nei progetti o nei rimpianti, che sono giochi della mente.
(Carlo Anibaldi)
La consapevolezza di quanto sia prezioso ogni istante della nostra vita arriva sempre tardi, quando ormai abbiamo sprecato molto del nostro tempo ad affannarci nella ricerca dell’introvabile…