EMANCIPAZIONE SPIRITUALE: COSTI & BENEFICI


images-delfi Gnōthi seautón: conosci te stesso. Questa è la scritta che campeggiava sul frontone del tempio di Apollo a Delfi e che per secoli ha influenzato i più importanti pensatori della cultura occidentale: da Socrate a Platone, da Sant’Agostino a Kant. Ma l’occidente è “malato” di filosofia, un infelice malato tanto intelligente quanto incosciente. “Quanto più conosci te stesso…” non è filosofia ma l’Anima del Mondo, siamo oltre il pensiero, siamo anzi nella filogenesi del pensiero stesso…poichè noi non siamo solo noi, la nostra unicità è solo la barca che ci può portare in mare aperto…noi siamo l’umanità tutta, ricapitolata in ciascuno, come in ogni gabbiano che nasce c’è la storia di tutti i gabbiani. In biologia l’ontogenesi ricapitola la filogenesi e in psicologia non è diverso…e allora è solo una questione di quanto ti sei sbudellato…con un prete, un monaco, con un analista, in un rapporto complesso, alla ricerca del tuo mito, per dirla con Hillman. Oltre l’analisi ci si va appunto letteralmente dopo l’analisi, in senso lato, non aggirandola, che sarebbe davvero il Paese dei Balocchi se bastasse leggere, informarsi, fare “ricerca”, come dicono alcuni, per emanciparsi. A me fanno davvero ridere quelli che dicono che è nel confronto con l’altro che ci si conosce meglio…questo vale solo se il narcisismo non è in quantità patologica, se non sei un adolescente e sei invece nella seconda parte della vita e se l’altro è il tuo Virgilio…se camminate insieme nella “valle del fare Anima”…sennò con l’altro non fai un passo…è infatti solo la conoscenza di se stessi che fa conoscere il mondo tutto…e la gente…e cosa pensa e sente…non le loro parole ed i rapporti in maschera. I miei rapporti col mondo si sono rarefatti, ma non per una chiusura, al contrario….non ho bisogno di frequentarla per sapere cosa pensa e sente la gente..la gente infatti e tutta dentro di me e il dialogo non si arresta mai. Passando dal poetico al prosaico, vorrei ora porre ai miei 4 lettori una questione che è una provocazione. Ma se il Dalai Lama o un suo discepolo dovesse due volte a settimana recarsi all’Ufficio Postale per i bollettini…se dovesse scrivere al Giudice di Pace almeno una volta al mese per contestare un verbale dei vigili urbani….se dovesse spendere 40 minuti ogni giorno per cercare un parcheggio decente…se dovesse spolverarsi casa….se dovesse alzarsi alle 7 poichè uno straccio di lavoro lo deve pur avere se deve pagarsi l’emancipazione della personalità a botte di 100 euro ogni 50 minuti…ebbene se deve organizzarsi la vita intorno a tutto questo e molto altro…dobbiamo allora dire che l’emancipazione spirituale e la visione transpersonale della vita è cosa da ricchi? Anche quella? Devono questi discepoli farsi prendere a calci in culo da chi propugna una visione pragmatica della vita? (Carlo Anibaldi – Maggio 2015)